Ottimo debutto per l'inglese Amir Khan in terra americana: difesa scintillante del titolo Wba contro l'ottimo Malignaggi... in più rissa e gazzarra tra i rispettivi staff!
fonte: www.boxeringweb.it
L’inglese impressiona all’esordio negli Stati Uniti.
Questa notte al The Theater del Madison Square Garden di New York, Amir Khan (23-1) ha difeso per la seconda volta il titolo WBA dei superleggeri, costringendo al KOT al 11° round Paulie “The Magic Man” Malignaggi (27-4), davanti a 4412 spettatori.
Dopo le tante polemiche scaturite a seguito della rissa avvenuta alle operazioni di peso, dove sono emersi solo successivamente diversi profili di colpevolezza da parte del clan britannico, fortunatamente il match si è rivelato corretto.
Lo stesso non si può dire per quanto avvenuto fuori dalle sedici corde.
Infatti, diversi sostenitori del campione sono stati allontanati dopo aver preso parte a alcuni episodi violenti, che hanno messo a dura prova il servizio d’ordine.
Tornando al lato sportivo, un plauso va al vincitore, che ha avuto il miglior debutto possibile in terra americana.
Trasferitosi pugilisticamente da tempo alla corte del trainer californiano Freddie Roach, il ventitreenne di Bolton si è accasato alla Golden Boy Promotions in cerca di notorietà e fortuna sui quadrati a stelle e strisce.
Proprio per questo si è scelto un rivale di spessore e molto conosciuto oltreoceano, quale il già iridato Malignaggi.
Una scelta ideale perché l’italo-americano è privo della caratteristica della potenza, di sicuro indigesta alla mascella di cristallo dell’inglese.
Il confronto è stato a senso unico, con Khan che ha vinto ogni singola ripresa sui cartellini di tutti e tre i giudici Steve Weisfeld, Glenn Feldman e Terry O‘Connor, che al termine del decimo tempo avevano tutti un secco e incontrovertibile 100-90.
Impeccabile e superlativa la prova dell’argento olimpico ad Atene 2004, che ha esibito rapidità scintillante, elusività invidiabile ed anche una certa concretezza.
A “The Magic Man” il merito di non aver mai deposto le armi, seppur spesso reso innocuo e anticipato dall’altrui velocità.
La contesa è stata chiusa da un gancio sinistro del detentore che ha spinto il challenger contro le corde, dove è stato raggiunto da una letale combinazione.
L’assenza di repliche e quanto già incassato dal newyorkese, ha convinto l’arbitro Steve Smoger ad intervenire e a decretare l’out a un minuto e 25 secondi dall’inizio del 11° round.
Il vantaggio di Khan in termini fisici, fatti di altezza, allungo e compattezza, si è rivelato palesemente determinante sin dall’inizio.
Nessun tallone d’Achille si è potuto riscontrare nelle sua performance, nella quale ha eccelso per mobilità e velocità, proprio le doti migliori del suo avversario.
In particolare si è visto un jab maestoso, che ha sopraffatto persino un artista
Della specialità quale Malignaggi, superato, secondo i dati di BoxRec, per 151 a 57.
Come già detto, nessuna critica si può muovere nemmeno allo sconfitto, che, anzi, ha saputo non farsi frustrare dalla superiorità di chi gli stava di fronte.
Anche lui ha detto la sua, mettendo a segno alcune serie e qualche jab, ma gli è mancata quell’efficacia nei pugni che avrebbe potuto impensierire o almeno rallentare la marcia trionfale del re WBA.
Ha ricordato la guerra orgogliosa da lui sostenuta proprio al Madison Square Garden nel giugno 2006, quando mai si arrese all’allora terribile Miguel Angel Cotto.
Il suo occhio accusava un gonfiore già alla fine della prima ripresa e le cose sono andate vistosamente peggiorando, tanto che ha concluso il confronto con il volto estremamente segnato.
Alcuni muovono accuse al suo nuovo trainer Sharif Younan per non aver interrotto l’incontro prima, ma sicuramente non avrebbe trovato il beneplacito del pugile.
Dopo l’ottava, la nona e la decima tornata il dottor Osric King, medico della commissione atletica della Grande Mela, ha visitato l’angolo del beniamino locale, che stava incassando diversi fendenti puliti al capo, e soprattutto nell’ultima occasione è sembrato avere una accesa discussione con Malignaggi che voleva proseguire a tutti i costi.
Così è stato solo per meno di un altro minuto e mezzo.
Nelle dichiarazioni dell’immediato dopo-match, Khan ha ammesso il nervosismo, derivante dal debutto americano e dai problemi con l’ottenimento del visto di cui è stato protagonista nelle ultime settimane.
“Ho vinto con la mia velocità e con il mio jab”, ha spiegato il trionfatore, tributando molti meriti al trainer Freddie Roach, che ha cambiato il suo regime alimentare e ha deciso di irrobustire le sue gambe per guadagnare in esplosività e resistenza alla fatica.
Pieno di complimenti per chi l’ha battuto Malignaggi, che l’ha definito molto migliore rispetto ad Hatton.
“E’ stato come affrontare un clone di me quando ero più giovane”, ha detto il pugile di origini siciliane.
Alla luce di quanto visto sotto i riflettori del leggendario Madison Square Garden, Khan è certamente elemento che può dire la sua contro tutti i militanti nella competitiva categoria dei superleggeri.
L’obiettivo, da quando ha affermato il diretto interessato, dovrebbe essere Marcos Rene Maidana, detentore WBA ad interim, che invece in passato è stato apparentemente schivato per via della sua terrificante potenza.
Attualmente l’argentino è in trattativa per affrontare il padrone della corona WBO Tim Bradley, che già doveva trovarsi contro prima il 26 giugno e poi il 17 luglio.
Due infortuni hanno richiesto i rinvii, ma Gary Shaw, che amministra la carriera di Bradley, è indispettito dal fatto che nessuna certificazione mediica gli è stata recapitata.
Quello che è certo per Khan è la disputa della terza difesa in data 31 luglio in Inghilterra, per poi tornare a misurarsi negli Stati Uniti in autunno per l’emittente HBO.
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fonte: www.boxnet.it
Cerimonia del peso movimentata al Teatro WaMu di New York City, dove Amir Khan e Paul Malignaggi sono andati ben oltre il formale "faccia a faccia" allietando i numerosi fotografi, un pò meno gli addetti alla sicurezza, i quali hanno sudato non poco per placare una zuffa che ha visto coinvolte parecchie persone (un centinaio raccontano i presenti). Dopo esser rientrati nel limite di Kg previsto per i superleggeri (62,9 l'italo-americano, 63,2 l'inglese) i due protagonisti del match previsto domani notte al Madison Square Garden hanno anticipato la sfida sciogliendo la lingua, qualche parola di troppo e non è stato difficile giungere alla classica scintilla, uno spintone che ha funto da richiamo per uno sciame di persone pronte a partecipare alla pseudo-rissa. Un paio di minuti per tornare alla calma, nessun ferito.
domenica 16 maggio 2010
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