lunedì 24 maggio 2010

Ma mi faccia il piacere!


Inquietante quadretto famigliare a casa Briatore... da brividi!

fonte: corriere.it

MILANO - Elisabetta Gregoraci si agita ancora mentre lo ricorda per telefono. «Un’esperienza terribile. Lo yacht circondato dai gommoni a sirene spianate. Cosa sta succedendo?, ho pensato. Poi almeno quindici persone in divisa sono salite a bordo e mi hanno detto che la barca era sotto sequestro. State scherzando? faccio io. E loro: "No, deve scendere". Insisto: "Volete dirmi che cosa sta succedendo?". Uno risponde: "Io forse glielo spiego, ma lei non capirà"». E in effetti la signora Briatore non ha neanche il tempo per capire. «Mi sono messa a piangere, che altro potevo fare? Ho preso al volo due cose per Falco Nathan e sono scesa giù come mi chiedevano di fare. Ho dovuto lasciare la culla, il fasciatoio, le medicine, i prodotti speciali per la pulizia del piccolo. Tutto, insomma. Questa era diventata la sua casa in attesa che finissero la nostra nuova abitazione a Montecarlo, questione di giorni. È stato un trauma per me e per il bambino».


Il neonato ha compiuto due mesi il 18 maggio, due giorni prima dello spettacolare «arrembaggio» della Guardia di Finanza davanti a La Spezia. Le fiamme gialle hanno preso in consegna lo yacht a tre piani con spa e piscina al termine di un’inchiesta che va avanti da un anno: l’accusa è di evasione di quattro milioni di euro sull’imbarcazione più le accise sul carburante per altri 800 mila euro. «Io ho solo preso in affitto il Force Blue. Non sono un’evasore. Chiarirò ogni cosa», ha spiegato Flavio Briatore, che non era a bordo nel momento in cui l’operazione è stata condotta. Sua moglie, però, c’era. E adesso racconta lo spavento. «Ho perso il mio latte, ecco cosa è successo. E mio figlio si è dovuto abituare in fretta e furia a quello artificiale, il pediatra me ne ha suggerito uno molto buono, pare il migliore, però nessun latte artificiale sarà mai come quello della mamma. Sto prendendo delle cose per farmelo tornare. E sì che lo avevo allattato da subito, pure con sacrifici, perché allattare è una cosa bellissima, ma è anche stancante, un neonato mangia ogni due-tre ore, svegliarsi di notte per accudirlo non è uno scherzo».

Elisabetta Gregoraci non capisce il perché dei modi, a suo dire, tanto bruschi. «Mica stavamo scappando. Lo yacht era già diretto verso il porto. Non potevano lasciarmi due giorni di tempo per portare fuori tutte le nostre cose? E poi, francamente, tutta la vicenda mi è sembrata uno spot televisivo. Poco dopo l’operazione le immagini giravano in tivù. Dov’è finita la privacy?». Adesso Elisabetta è a Londra. In sottofondo si sente Falco, che reclama le attenzioni della madre. Intende denunciare i militari che hanno eseguito l’operazione? «Guardi, so che stanno pensando a tutto i legali di Flavio, non so cosa decideranno». E passa la cornetta al marito. Flavio Briatore interviene con poche parole: «Quello che è successo è successo e basta. Vediamo come si evolverà il processo. Chi ha sbagliato pagherà».

Elvira Serra
24 maggio 2010

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